giovedì 24 luglio 2008

Quelle emozioni che ci accomunano...

E’ inevitabile che succeda quando decidi di rendere pubblica una tua esperienza. E’ inevitabile e fa tanto piacere: un piacere che ho voglia di condividere in questo mio diario virtuale, cercando di rispettare l’intimità di chi, dopo avermi letta, mi scrive. E’ gente che spesso non conosco, ma che parla il mio stesso linguaggio. C’è qualcosa infatti che accomuna donne, ma anche uomini, che ci sono passati: sono le emozioni, le paure e le speranze che la malattia ti fa conoscere. Voglio pubblicare alcune di quelle e-mail che sto ricevendo: gli stralci più belli e forti, per dare spazio anche alle loro di esperienze. Perché, infondo, non si è mai da soli…

(…) ho pianto tanto, ma veramente tanto perché è da anni che mio marito mi sprona a scrivere quello che è stata la mia esperienza con il male, a parole riesco ma non mi sono mai sentita una scrittrice, sono solo una casalinga, mamma e moglie, forse sentivo che sarebbe arrivata una persona come te, che avrebbe saputo (…) mettere nero su bianco i vari momenti terribili di solitudine in cui vengono a trovarti, le paure, le notti insonni, lo sguardo degli altri di compassione, il non futuro, la voglia di nasconderti, la grande angoscia per la perdita dei capelli e sentirti dire che è il male minore, ridere per non far capire ai tuoi cari che senti solo il freddo e poi guardare il nulla per ore e sperare che arrivi mattina alla svelta, la notte mi portava solo mille paure, non passava mai, cercare negli sguardi dei medici un po’ di compassione o perlomeno un sorriso di speranza,il dolore fisico con i farmaci, oppure dopo la disastrosa ricostruzione, le parole che dovrebbero essere di conforto sono spine nel cuore:ringrazia DIO che sei VIVA, certo che ringrazio DIO ogni giorno ma quando da persona normale in poco tempo ti ritrovi menomata e sfigurata nell'intimo della tua personalità da persone nemmeno addette al lavoro di ricostruzione, per un bel po’ cammini a testa bassa e riesci a toccare il fondo, fondo che sono arrivata a sfiorare con il volermi annullare completamente senza pensare ai miei cari, mi vergognavo di come ero cambiata, mi sono sentita per anni un mostro, grazie anche a mio marito per l'Amore che mi ha dimostrato in tutti questi anni. Ora ringrazio di cuore il buon DIO per le prove cui mi ha sottoposta, sono uscita dal tunnel e la cosa principale non è più il mio fisico ma l'allegria che da esso esce a fiumi, la consapevolezza di non giudicare i momenti bui della vita di nessuno, solo cercare di aiutargli come meglio posso, alle volte basta far sentire che anche tu ci sei passata per infondere grinta, mi sento un vulcano, riesco a far ridere gli ammalati tramutando la mia esperienza negativa in fase umoristica scherzando sulla mia menomazione (…). Anna

(…) tutte le sensazioni coincidevano,si sovrapponevano alle tue e mi sembrava di avere finalmente una voce che spiegava perfettamente come l'ho vissuta veramente, come cerco di spiegarla a tutte quelle donne che mi chiedono un parere perché devono affrontare la stessa cosa. Non sempre riesco a farmi capire, perché vedendomi dicono che anche loro vogliono tornare ad essere come prima ed io non riesco a spiegare che anch'io non sono più quella di prima, che non è vero che si dimentica, che la paura c'è sempre anche se nascosta e riaffiora ogni volta che la vita te ne dà il motivo. Quando mi chiamano vorrei dire loro che ho da fare, non vorrei passare ore a rispondere a domande su che effetti aveva su di me la chemio ma poi vedo che una parola detta da una che ha provato serve a far diventare almeno grigia una giornata sicuramente nera e allora le chiamo, chiedo com'è andata, loro mi fanno sempre le stesse domande e io do sempre le stesse risposte e alla mia amica che mi ha prestato il (tuo) libro dirò di riporlo e di rileggerlo il prossimo anno quando avrà digerito tutto il veleno che le hanno iniettato, quando le saranno ricresciuti i capelli e quando vedrà anche lei un nuovo cielo. (…) Cercherò di non dimenticare mai cosa mi è stato regalato,quale altra opportunità mi è stata concessa, cercherò di non sprecare il mio tempo, che è così prezioso, in seghe mentali inutili,di concedere il mio tempo a persone che veramente se lo meritano o in alternativa a stare da sola che qualche volta è meglio, amerò di più me stessa perché me lo merito visto che sono riuscita a sconfiggere il cancro. Manu

(…) sono una graziata come lo sei stata tu. Anch’io come te ho avuto il piacere e il terrore di conoscere il cancro. Vorrei dirti in una sola frase tutte le mie emozioni,le mie paure,le mie vittorie,il giudizio della gente e la paura di non farcela…ma tutto ciò e’ racchiuso nelle pagine del tuo libro. Quando per la prima volta l’ ho letto ,non credevo ai miei occhi…stesse emozioni,stesse paure stesso calvario, la stessa voglia di combattere .Nelle tue righe,persino le stesse frasi pronunciate nei tuoi momenti più intimi tra te e quella bestia,le parole di tua madre per convincerti che avresti vinto tu, non lui. Il tuo libro è anche il mio. Laura

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