martedì 16 settembre 2008

Scrivere, perchè...

Per me è un bisogno ed un piacere, uno strumento come il pennello lo è per il pittore e la chitarra per un musicista. Scrivere, voglio dire, mettere nero su bianco, trasferire…comunicare con la parola. E’ creatività che esce, che si esprime e parla, in un modo o nell’altro, di te. E’ musica. Ritmo. Leggere è, per me, cercare qualcosa di me stessa attraverso la lingua e le storie degli altri. Rannicchiarmi nella pace di un mondo mio soltanto. Scrivere è invece un parlarmi dal di dentro e non importa se con una fiaba, una poesia o piuttosto un racconto: alla fine, rileggendomi con attenzione e umiltà, scopro sempre qualcosa di nuovo di me. E allora mi appassiono e mi sazio col niente. Da anni scrivo per giornali. Di cronaca. Di politica. Di sociale. E’ un altro modo ancora di mettere nero su bianco, una mondo dove la parola scritta deve comunicare, informare, servire a tutti. E’ un mondo in cui per scrivere, prima, devi tessere relazioni. Con chi è altro rispetto a te. Quando però entro nel racconto o nella poesia, tutto cambia e la stessa parola, lo stesso gesto che un attimo prima usavo per informare si ricarica di me e cambia abito. Profuma dei miei umori. E’ questo il fascino che ha per me lo scrivere: è un potere che ti segue sempre e che puoi usare in mille modi. Basta farlo con responsabilità. Per gli altri certo, ma prima di tutto per sé stessi. E’ intimismo, emotività, emozioni. Perché dunque scrivo? Perché con un foglio bianco di fronte mi succede che la mano scorre da sola, senza controllo, stringendo una penna o pigiando veloce su una tastiera. Chiudo il cervello ed esce l’emozione. E allora la scrittura diventa, forse, il solo momento in cui posso consentirmi la libertà. Quella vera. Il solo attimo, fatto di lettere e punteggiatura, in cui posso stare in silenzio con me stessa e tutto basta e tutto diventa sufficiente. Sogno di vivere di fronte ad una distesa di mare e di silenzio, non perché disdica la vita, la compagnia d’altri, ma perché io possa trovare in essa occasione di vita vera. Un occasione di valori e pensieri reali, sinceri, miei solamente ed non più di altri, né indotti, né condizionati. La scrittura, per il momento, è per me quel mare, quel silenzio. Quell’attimo in cui i rumori si placano attorno a me ed escono, libere di essere, le mie sensazioni. Esistono tante scritture, come esistono tante lingue, tante culture. Ne abbiamo parlato assieme sabato scorso a Barcis, io, Cristina, Sara, Elisa, Francesca e Flavia… ognuna di noi con un’idea diversa di cos’è per lei scrivere; ognuna in una tappa diversa della sua relazione con la scrittura, ma, a me sembra così, tutte con una grande passione per quelle lettere che nero su bianco si rincorrono finendo poi per disegnare un nostro pensiero, una nostra fantasia un nostro dolore o gioia…una nostra nostalgia.

Scrivere è alla fine regalare qualcosa di sé a chi, forse, non si conoscerà mai….

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