martedì 4 novembre 2008

Quella cicatrice che diventa l'alibi...


Oggi ho incontrato Dora. Una coincidenza. E mi ha parlato del suo dramma. E mi ha parlato della sua angoscia nell’attendere esiti di esami dal suono per lei, purtroppo, già famigliare. Mi ha parlato della sua solitudine, impostale da chi non ha voluto problemi…
Sorrido, con tristezza e con pena, perché questo qualcuno, e ce ne sono tanti, mi chiedo come reagirebbe se fosse lui ad avere problemi e l’altra a scappare…
Mi chiedo quale pretesa e quale accusa avrebbe nei suoi confronti.
Penso, ora che mi raccolgo nel silenzio della mia stanza con fuori la pioggia che scorre lungo il tetto. Penso, possibile, possibile che noi donne non riusciamo a vedere la nostra femminilità se non attraverso gli occhi, spesso miopi, dei nostri uomini? Possibile che una donna, che io stessa in passato, si blocchi e si castri ancora di più impedendosi di essere donna al di là di ogni cicatrice solo perché l’uomo, alcuni ma non pochi uomini, ha problemi a parlare con il cuore, ha paura di ciò che quella cicatrice vuole dire?
Possibile che molte donne con scritta un’operazione nel suo seno, che non hanno voluto, che non hanno cercato, che le ha ferite loro malgrado, perdano con l’alibi di quella cicatrice l’amore di una vita o di pochi anni o mesi? Possibile?
Non è più rabbia la mia, ma una grande tristezza. Perché davvero, si fermassero solo un momento e solo per quel momento lasciassero parlare le emozioni…bhe’ molti uomini capirebbero che da quelle donne, che dalle donne che portano una qualche cicatrici ad un seno o nell’animo hanno davvero tanto da imparare. Tanto davvero. Hanno da imparare il coraggio e la forza di guardarsi allo specchio e di accettare con quella cicatrice anche il male e la paura che portano dentro. Hanno da imparare la capacità di parlare e di parlarsi e di ascoltarsi l’una con l’altra, di stringersi in coppia o in gruppo legate da fili indelebili che si chiamano emozioni. Ben più solidi degli affari, oltre il lavoro, oltre il calcio…oltre quei tavoli così sterili e per questo così facili da gestire in cui amano confrontarsi molti uomini….
Capiremmo tutti che nell’ascoltarci reciprocamente nelle nostre debolezze avremmo entrambi da guadagnarci e da sostenerci. No non è rabbia la mia. E’ forse più un’adolescenziale delusione e un’adulta quanto intima solidarietà verso quelle donne che si vedono condannate due volte, senza colpa: per una malattia che hanno dovuto accettare di affrontare da sole, per un uomo che hanno dovuto accettare di perdere a causa di un falso amore. Non sono tutti così, lo so. Ma oggi, per Dora e per tante come lei, questa riflessione non sono riuscita a fermarla. Mi perdoni il sesso forte, perdoni la durezza e la schiettezza. Ma, se può, cerchi di capire…non per me, ma per se stesso.

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