martedì 4 agosto 2009

Il volo...

Non ricordo più esattamente i gesti, i pensieri, le azioni e il disorientamento di quei giorni. Mi concentro sulla gioia e la libertà di oggi. A cinque anni esatti dall’inizio di tutto. Cinque anni che hanno segnato la svolta, che si sono riempiti di ogni emozione, che sono arrivati alla fine, regalandomi il coraggio e la voglia infinita del volo ad alta quota. Lo ammetto, dirlo pubblicamente mette un po’ i brividi. Penso: “Basteranno poi davvero cinque anni per essere fuori pericolo? E se lo dico, porterà forse male?”. Ok, l’accetto questa vocina che non mi lascerà mai più. Mi farò spazio, sempre più spazio, e la lascerò parlare dal suo angolino, quando non riuscirà proprio a starsene zitta. Infondo è anche lei parte di me, e va bene anche così. Ma oggi, festeggio e lo faccio a modo mio. Prendo il coraggio di dirlo che, oggi, ho vinto io. Così che qualunque cosa succeda da qui all’eternità, guardandomi indietro io possa non trovare più rimpianti.
Ringrazio il dolore, perché mi ha fatto reagire, la disperazione perché mi ha fatto sentire la voglia di risalire e ringrazio infinitamente anche la paura perché oggi lei è diventata il mio coraggio. Quando la paura ti sta talmente stretta da toglierti il respiro e le forze, quando ti inchioda mentre il mondo scorre e senti che ti stai perdendo tanto… succede che ti nasce la rabbia di chi sa di meritarsi ancora molto e allora eccolo il coraggio. Perché vivere, oggi lo so, è una responsabilità: quella positiva di conquistarsi il meglio per sé, per riuscire così a darlo all’altro in modo sano. Quella dell’autenticità, nel bene, nel male… Quella responsabilità che, una volta che ce la fai, ti fa sentire la stanchezza salutare della salita conquistata e l’orgoglio di chi può sedersi a testa alta a contemplare il paesaggio. Oggi davanti a me vedo stendersi campagne immense, pianeggianti e soleggiate: spazio con lo sguardo sollevando lentamente le mie braccia ad assaporare la preparazione calma, eppure sicura, del salto. Cerco l’obbiettivo, questa volta lo cerco da me, ascoltandomi. Prendo il volo, a braccia aperte, accarezzando l’aria e gustandomi il sole. Muoverò le mie ali con la morbidezza di una madre, con la passione di un’amante e con la forza di una donna.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Chissa' se leggerai mai questo commento...il post e' un po' datato ormai...io ci sono arrivata saltellando da un blog all'altro, e qui non avrei mai potuto non fermarmi.
Ti ammiro in quanto donna che rappresenta tutto cio' che io non ho il coraggio di essere: una guerriera che lotta per se' stessa, invece che contro se' stessa come me.
Mi chiamo Donatella e ho 37 anni.
Ho problemi di salute che non hanno niente a che vedere con il tuo.
A te e' capitato, io me li sono cercata.
Sono un ex bulimica e non ancora ex anoressica, anche se ogni tanto faccio progressi, e poi li smonto come in questi giorni.
E' tutta la vita che sogno un nuovo cielo, e allo stesso tempo ho paura di scorgerlo.
Contrariamente a te che ti sei opposta al tuo ospite indesiderato, io alle mie mi ci sono piegata, arrivando addirittura a rincorrerle e a supplicarmi di non abbandonarle ogni volta che hanno provato, su mia stessa sollecitazione, ad allontanarsi.
Per me sei un esempio, come tante ragazze che vivono la mia stessa patologia e hanno deciso di ribellarsi.
Io qui sono arrivata e mi fermo.
Spero che tornerai ad aggiornare.
Nel frattempo esco e vado a comprarmi il tuo libro.
Perdona lo sproloquio di una povera demente.
E grazie di esistere.
Donatella