domenica 18 maggio 2008

Hai il cancro? Parliamone..



Giovedì 15 maggio, presento il mio libro a Cordenons (Pn), il paese che mi ha accolta fino all'età di 30 anni...che ho lasciato a tre mesi dalla fine del mio viaggio con la malattia.


Ho il piacere di avere al tavolo, accanto me, il mio amico e collega Enri Lisetto, giornalista del Messaggero Veneto. Suo il compito di moderare l'incontro dibattito tra me, Gianni Segalla, medico di famiglia (alla mia sinistra), e Laura Alborghetti, rappresentante Andos, alla destra di Enri.
Si è parlato di tanto e un po' di tutto assieme al pubblico. Una domanda, però, è ritornata di frequente...


Che dire? Come comportarci noi sani con chi sta male?



Provo a rispondere, con ciò che per me all'epoca era importante, senza la pretesa che valga per tutti.



"Nessuno può dire a nessuno se guarirà e quando guarirà. Mentire spesso serve più ai sensi di colpa di chi è sano che non al disorientamento di chi è malato. Ciò che egli si aspetta è di essere fino all'ultimo "un normale": di continuare a godere della famiglia, dei figli, degli amici, del lavoro e dei viaggi... delle gioie e dei dolori della quotidianità. Di sentirsi cioè parte della società e non piuttosto un essere fragile da maneggiare...con paura. Ecco, allora, una cosa credo si possa fare: semplicemente continuare a vivere e a far vivere la persona per com'era prima. Portare dentro ai suoi giorni di malata la vita di tutti i giorni. E se di fronte al suo sacrosanto diritto di preferire a questa la strada della solitudine...semplicemente rispettarla".

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