sabato 23 gennaio 2010

Milena, Ospedaletto ti aspetta!



Ce lo immaginavamo così, esattamente così io e la mia amica Lucia mentre lo aspettavamo al parcheggio del municipio di Ospedaletto Euganeo, due ore prima della serata di presentazione del mio libro. Per me era solamente una firma dentro un gran numero di e mail, quelle che io e lui ci eravamo scambiate nell’arco di quasi un anno, tutte con la promessa di organizzare qualcosa insieme a Ospedaletto. Poi, alcuni giorni fa , poco prima della data fatidica, Francesco era diventato per me una voce al telefonino…ma ancora niente di più di ciò. Arrivate al parcheggio, Francesco ci è apparso come un amico di sempre, di quelli che ti viene ad accogliere dopo mesi che non vi vedete, che ha tante cose da raccontarti, che ti aspetta, entusiasta di mostrarti la sua Ospedaletto Euganeo, in provincia di Padova, a pochi chilometri da Este…a poco più di due ore dalla mia Pordenone. Francesco ed io non eravamo altro che una firma in una mail, lui, e un racconto di una parentesi di vita scritta in 130 pagine, io. Eppure c’era una energia talmente forte nelle sue mail! Francesco ci è apparso così, l’altra sera, a me e a Lucia che lo avevamo raggiunto a casa sua: con il suo taglio di capelli un po’ lungo…(perchè a lui dal parrucchiere piace andare tre volte l’anno, e il prossimo appuntamento è quello di febbraio)… con il sorriso che, poi scoprimmo, non lo abbandona mai… con quell’accento orgogliosamente veneto che ti fa sentire a casa, amico, di famiglia…come una pacca sulla spalla, un pizzico sulle guance, di chi si è guadagnato la tua confidenza. Francesco è così: autentico e genuino come la gente che l’altra sera mi ha accolta per ascoltarmi raccontare la mia storia. Francesco mi ha fatto un grande regalo. Non è per il numeroso pubblico, non è per il racconto di me, non è per … è stato un regalo l’abbraccio che si è aperto per me a Ospedaletto Euganeo. L’abbraccio di Francesco, l’abbraccio di Alberto… l’altro regalo, inaspettato. Musica, quella del suo violino, che non avrei mai sperato di meritare… l’ho lasciata entrare nelle vene ad ogni pausa del mio racconto, mentre il pubblico era assorbito da un buio teatrale e sul palco a proteggermi e a farmi sentire a casa c’erano Francesco, Alberto e ..Matteo. Diociott’anni di lui eppure lo stesso abbraccio degli altri. La musica di Alberto e del suo violino mi ha emozionato, di gioia! No, non è stato per i numeri del pubblico, non è stato per l’interesse delle domande, non è stato per l’internazionalità dell’arte di Alberto…è stato per l’umanità di tutti che ci ha accolte e che ci ha fatto ricordare che, a due ore da casa nostra, dove nessuno ci può conoscere, possiamo trovare gente genuina, attaccata ai valori veri della vita, impegnata a favore della sua gente, appassionata per la sua arte… questa volta non è stato merito del cancro e delle emozioni che la mia testimonianza a volte sa evocare…questa volta è stato per l’amore che gli altri hanno per la vita: è stata questa semplice, eppure rara, equazione a dare a me emozioni preziose…”nel donare sta il segreto del ricevere”. Grazie Francesco, Grazie Alberto…Grazie Ospedaletto Euganeo.



1 commento:

Anonimo ha detto...

Donare e ricevere sono due gesti molto frequenti nella vita quotidiana e forse, proprio per questo, non si riflette mai abbastanza sulla loro importanza e su quanto possano essere d'aiuto alle persone e al rapporto che si instaura tra loro.

Il dono e' un gesto straordinario, capace di creare legami tra le persone, infatti chi riceve un dono e' portato a ricambiare con altrettanta generosita', creando il circuito del donare, ricevere e ricambiare, tre azioni fortemente legate tra loro che si ripetono in modo libero e continuo e stabiliscono rapporti interpersonali di fiducia e di aiuto reciproci.

Un abbraccio!
Dony