martedì 29 marzo 2011

Donna per scelta


La prima volta in cui mi sono sentita orgogliosa di essere donna è stato alcuni anni fa, in occasione di un convegno organizzato da un noto ospedale italiano e al quale partecipavano centinaia di donne guarite dalla malattia. La forza che sprigionava la presenza di tutte loro arrivava fino allo stomaco, perché era dolce, materna, femminile. C’era una grande dignità nel loro dolore. Ricordo che in quel momento mi sono riaffiorate alla mente le parole che mia madre mi aveva sempre detto, senza che il loro senso mi fosse chiaro: “Una donna crea e distrugge una famiglia”. Oggi penso che una donna può fare lo stesso con una società. Nulla è cambiato rispetto a millenni fa: dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna. Oggi però questa donna ha la possibilità di non stare più all’ombra di nessuno, se lo desidera, ed è qui che essere donna diventa difficile, oggi. Ed è qui che è necessario che la donna smetta di dare le colpe all’uomo, perché non c’è più nulla dietro al quale può nascondersi. Oggi libertà significa scelta. Le possibilità si moltiplicano, non c’è più un unico solco già segnato dalle nostre nonne e madri, sicuro, certo e protetto da regole tramandate. Oggi la donna in potenza può fare tutto, nella realtà meno del passato perché per quel tutto deve lottare il doppio e troppo spesso diventa più comodo e facile imboccare la via più corta. Nulla è cambiato rispetto al passato: l’uomo continua ad usare il sesso, il denaro e il potere per ribadire la sua superiorità e la donna risponde con il suo corpo e i suoi sguardi per ottenere lo stesso. Un tempo si faceva nell’ombra, oggi alla luce del sole e ciò fa una grande differenza perché le proporzioni tra lecito e non lecito si capovolgono. L’eccezione di un tempo diventa la regola di oggi e la donna rischia di distruggere il suo enorme potenziale. Per scelta. So che ad ogni adulto che si forma un giovane si sentirà dire: “Ai miei tempi era meglio”. Il nostro però è un tempo di transizione e sono certa che le donne della mia età, le trentenni di oggi, condividano la sensazione di essere le ultime e per questo di avere una grande responsabilità di fronte alle proprie figlie. Abbiamo ancora le nostre madri a ricordarci il rispetto per se stesse e il dovere di pretenderlo dagli altri. Abbiamo l’era moderna, tecnologica e globale, ad aprirci possibilità di realizzazione che loro, le nostre madri, ancora non avevano. La sfida è non perdersi di vista e trasmettere con il nostro comportamento quotidiano a chi donna ancora non è il messaggio che arrivare in alto si po’, con pazienza, forza e dolcezza al tempo stesso. Magari facendo loro capire che a volte poi l’alto è solo una questione di prospettive e che c’è ancora una grande fetta di società sana che vuole e che sa andare al di là del corpo e del vestito. Basta scegliere da che parte stare.       

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